Il caso Sabattini


A proposito del problema del dissenso politico sottoposto a persecuzione psichiatrica attualmente in Italia riferirò del caso già precedentemente accennato, di Carlo Sabattini, di cui mi sono occupato personalmente come perito della difesa33.
Nell'estate del 1985, quando Carlo Sabattini era internato nel manicomio giudiziario di Castiglione delle Stiviere, in seguito a querela pretestuosa del Sindaco di Modena, Del Monte, e per azione giuridica del Pretore Persico, appoggiato dalla perizia di tre psichiatri, che avevano dichiarato Sabattini malato di mente pericoloso, io ero andato nella mia qualifica di perito della difesa più volte a trovarlo, non solo con lo scopo di conoscerlo per preparare insieme a lui gli strumenti della sua difesa, ma anche con la paura che, vedendolo isolato, pensassero d'ucciderlo, secondo gli attuali costumi del potere.
Questo mio timore, del resto era anche condiviso dai gruppi politici anarchici di Modena e di Vignola, molto attivi ed energici nella loro opera di propaganda a favore della liberazione di Sabattini.
In quel periodo la stampa nazionale italiana parlava molto del caso Sacharov, e poco o nulla di Sabattini. Paola Cecchi mi intervistò al riguardo.

Firenze, 20 maggio 1985

P.C. So che sei stato a trovare Carlo Sabattini nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere.
Vorrei domandarti quale è stata la tua impressione nell'incontrare questa persona, che tra l'altro era il capo di lista e ha ottenuto il maggior numero di preferenze per i "Verdi" nel comune di Modena. Ecco che questa persona è accusata di essere matta. A noi interessa conoscere il tuo pensiero in proposito.

G.A. Già da quello che hai detto risulta che Carlo Sabattini riscuote fiducia fra i cittadini: infatti è stato eletto. Questa elezione significa che in un movimento nuovo come quello dei "Verdi" vi sono molti che vogliono cambiare certe cose e che a Modena hanno preso Sabattini come punto di riferimento. Il valore di Sabattini è confermato dalla stima e dalla fiducia dei suoi amici e dei suoi collaboratori, con alcuni dei quali io ho parlato.
Inoltre Sabattini aveva credito preso le banche ed ha la stima dei figli e della moglie: tutti sono concordi nel dire che le iniziative di Sabattini sono molto pensate, ponderate, e precise.
Alcuni dei suoi amici hanno condiviso con lui le iniziative prese nel criticare le condizioni ecologiche e altri aspetti della vita modenese.

P.C. Come ti spieghi tu come psichiatra che un cittadino viene considerato matto e catturato e internato in un paese democratico come il nostro.

G.A. Io ho parlato con lui e l'ho trovato persona estremamente consapevole e cosciente di quello che è accaduto. Con serenità mi ha detto: "Non guardate chi è Sabattini, stando qui dentro al manicomio giudiziario potrebbe anche innervosirsi, ma guardate piuttosto i documenti delle vertenze giuridiche di cui mi sono occupato".
Così mi ha fatto vedere i documenti: con tutti insieme ha formato un LIBRO BIANCO che ha mandato alla Federazione Provinciale del Partito Socialista di Modena, la quale lo ha trasmesso al Presidente Pertini perché lo sottoponesse all'esame del Consiglio Superiore della Magistratura.
Così riprende il discorso Sabattini: "Guardate i documenti e decidete, invece di mettere da parte me con dei pretesti".
Non è una novità che la psichiatria si serva dei suoi strumenti per eliminare i cittadini in dissenso: tutti lo sappiamo bene perché si parla molto in Italia e in tutto l'Occidente della psichiatria come repressione in Unione Sovietica e in altri paesi a socialismo reale, giustamente criticando quello che vi accade.
Ma la verità è che queste cose accadono anche da noi.
Anzi storicamente è proprio in Italia che è nata la psichiatria come strumento repressivo contro il dissenso.
E Lombroso che ha elaborato queste teorie, che in Unione Sovietica vengono usate magari con qualche perfezionamento.
Chi conosce la storia del Movimento Anarchico Italiano sa che da noi molti dissidenti sono stati eliminati con le teorie sociologiche e psichiatriche lombrosiane.
Così Sabattini non è un caso nuovo.
Ci sono inoltre, e qui bisogna essere molto precisi, tutti quelli che vengono eliminati giorno per giorno, senza che questo discorso venga fuori, perché non hanno rilievo presso l'opinione pubblica.
Sabattini è un caso chiarissimo: un cittadino che nella Modena dei nostri anni, ritenuta tra le città più progredite una delle più ricche d'Italia, dove tutti sembrano orgogliosi dell'andamento delle industrie e dell'agricoltura, presenta esposti e denunce che dimostrano che in realtà l'intera economia si sviluppa a scapito degli interessi collettivi e a svantaggio del mantenimento dell'equilibrio ambientale e della salute dei cittadini. Ci troviamo davanti a un dissenso fondamentale, che ha messo le autorità in condizioni difficili.
Questa difficoltà delle autorità costituite spiega l'internamento di Sabattini. Se per ipotesi Sabattini fosse stato uno che diceva sciocchezze, forse non sarebbe stato internato, perché non ci voleva molto a smentirlo.
Ma siccome era difficile smentirlo, l'unico modo era internarlo in manicomio per svalutare il suo pensiero.

P.C. Altri psichiatri, d'ufficio, hanno visto Carlo Sabattini prima di te, ci puoi dire in maniera sintetica che cosa hanno detto? Sono specialisti che hanno detto cose diverse dalle tue: il che fa pensare che la psichiatria è una disciplina molto soggettiva, che non ha base scientifica.

G.A. Quelli che mi conoscono o che conoscono il mio lavoro sanno che ho sempre sostenuto e sostengo che la psichiatria non è una scienza. Secondo me la psichiatria è stata costruita apposta per eliminare le persone scomode: la persona scomoda può essere il dissidente che ha un pensiero in conflitto con le autorità, come può essere il disoccupato o il mendicante.
La stessa storia della psichiatria (vedi Michel Foucault) è storia di eliminazione di persone che non rientrano nei programmi del potere costituito.
Ritornando a Sabattini questa caratteristica essenziale della psichiatria la si vede chiaramente. Come si è già detto Carlo Sabattini usa strumenti giuridici per porre problemi importanti alla cittadinanza e alle autorità politiche, invece i periti del giudice usano idee vuote di contenuto scientifico e piene di ambiguità minacciando di fatto la libertà del cittadino.
Dicono che Sabattini avrebbe, per usare le loro parole, un "delirio rivendicazionista". Questo significherebbe che una persona che come il Sabattini fa delle precise documentate rivendicazioni, non è un cittadino che difende i suoi diritti, come penso io e come pensano i suoi elettori, ma è uno che ha il difetto di protestare: così si vede che per i periti psichiatri del giudice il protestare contro le autorità è un difetto, che finisce per diventare una malattia.
Dicono ancora i periti del giudice che Sabattini soffrirebbe di "altruismo morboso": sfiderei chiunque a spiegare il contenuto di questo concetto. Anche la capacità di Sabattini a formarsi una cultura giuridica da autodidatta sarebbe secondo loro un sintomo di malattia. Infine lo accusano di proselitismo: vale a dire di farsi dei proseliti, come fa ogni politico, o ogni cittadino che si occupa di diritti collettivi.
Come si vede, ogni caratteristica positiva viene trasformata in un carattere negativo; ma non basta: i caratteri negativi così arbitrariamente ottenuti vengono raccolti in un concetto immaginario di malattia.
In ogni modo anche se Sabattini si sbagliasse nelle critiche e nelle denunzie che fa, sarebbe un cittadino che fa degli errori nel difendere i diritti della collettività, ma non certo uno da definire matto e da mettere in manicomio giudiziario.
P.C. Venendo al concreto qual'è la tua richiesta precisa per Sabattini?
G.A. Siccome l'internamento di Sabattini è un sequestro di persona del tutto arbitrario, io chiedo che sia liberato immediatamente, e dico, come dichiara anche lui, che non stiamo difendendo solo i diritti di un uomo, ma stiamo occupandoci dei diritti e della libertà di ciascun cittadino, e della sopravvivenza della democrazia, se di democrazia ci è ancora lecito parlare.

Poi Sabattini fu liberato, dopo circa tre mesi d'internamento, con una modifica, da parte del tribunale, della formula giuridica con cui era stato internato. Ma aspetta ancora di essere liberato dal marchio che gli hanno applicato gli psichiatri .
Scrive lui stesso: Il pretore Persico è a conoscenza di tutto, anche del fatto che il sindaco Del Monte mi ha querelato accusandomi di avere rovinato dei muri con la colla, presentando come prova delle foto di manifesti in gran parte affissi da dipendenti comunali e Persico lo sa perché ha assolto gli addetti comunali da n;e denunciati, dichiarando che hanno agito per ordini superiori. E Persico è anche a conoscenza che sempre lo stesso sindaco si è costituito parte civile per il danneggiamento di una tenda (non di proprietà del comune) e per delle scritte che lo stesso Persico nel rapporto del 911184 dichiara: "Vanno scomparendo causa la neve". In ambedue i casi il sindaco, a norma dell'articolo 151 T.U. del 1915, avrebbe potuto emettere un'ordinanza per impormi di pulire muri e tenda, prima di giungere a querelarmi e costituirsi parte civile.

E se in una città come Modena si è riusciti a mandare in manicomio criminale un cittadino dichiarando il falso, e se coloro che hanno partecipato alla congiura riescono a farla franca, vuol dire che un domani qualsiasi cittadino che protesti o denunci dei soprusi può aspettarsi di finire in manicomio.

E non è certo "la mia volontà dominata dall'idea delirante" (come ha scritto Persico), che mi fa giudicare il mio ricovero un vero e proprio sequestro di persona, poiché fu considerato tale da molti34.

In ogni modo la ricchezza ha le sue esigenze e il suo decoro e nessuno, sembra, si può permettere di discuterla.
Mi raccontava Raffaello Aquila, un giovane medico italo-americano di ventinove anni, che frequenta Thomas Szasz, e che in una istituzione di Syracuse (N. York) ha respinto regolarmente i ricoveri coatti ordinati dagli psichiatri, come ho sempre fatto io nel Centro di Diagnosi e Cura di Imola durante i miei turni di guardia che nel corso dell'ultimo inverno il sindaco della città di New York, Ed Koch, ha emesso un regolamento di polizia, che impone, quando la temperatura è al di sotto dello zero, ai senza casa e vagabondi di Manhattan, di rifugiarsi nei pubblici dormitori. Quelli che si rifiutano vengono ricoverati a Psichiatria con la formula che "non sono capaci di provvedere a se stessi " .
Ritorna così alla lettera l'editto reale per la fondazione dell'Hopital Général: "Consideriamo questi poveri mendicanti come membri viventi di Gesù Cristo e non già come membri inutili dello stato, agendo nel compimento di così grande opera non per motivi di polizia, ma per sola ispirazione di carità".
Scrive il Grande Inquisitore in Dostoevskij: "... abbiamo cura anche dei deboli. Essi sono peccaminosi e ribelli ma alla fine anche loro diverranno obbedienti. Si stupiranno di noi e ci considereranno degli dei, poiché siamo pronti a sopportare la libertà che loro hanno trovato così spaventosa e a governarli, tanto orribile sembrerà loro l'essere liberi. Ma diremo loro che noi siamo i Tuoi servi e li governeremo in Tuo nome".